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Alba capitale del turismo del vino con la conferenza Unwto

Il sindaco della capitale delle Langhe Carlo Bo: "Eravamo poveri nel dopoguerra, ora ci conosce tutto il mondo"

Sostenibilità. E’ la parola chiave della Conferenza internazionale sul turismo del vino organizzata dall’Unwto (World tourism organization) ad Alba. Una città che dal vino ha avuto tanto, come sottolineato dal sindaco Carlo Bo: “Era un territorio povero nel dopoguerra, ora è famoso in tutto il mondo”. Alba è al centro delle Langhe e circondata da Roero e Monferrato: territori chiave del vino piemontese, un sistema che conta 18 Dopg e 41 Dop. Ma il vino è un’occasione per l’Italia perché, come evidenziato dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia, “il 90% di chi viene in Italia vuole fare un esperienza di enogastronomia”. Il ministro ci ha tenuto a sottolineare il “lavoro che ha reso questo territorio unico”, tramite “tanta tradizione e tanta innovazione. Non è un caso che Langhe-Roero-Monferrato sia un sito Unesco. Non è un caso che siano sito Unesco le colline del prosecco, le colline Toscane, i terrazzamenti delle Cinque terre”. Per Alba dovrebbe arrivare un ulteriore riconoscimento proprio dall’Organizzazione mondiale del Turismo che organizza la conferenza, come ha affermato il segretario generale Zurab Pololikashvili, che ha dichiarato di voler includere “Alba, i suoi bei spazi e vigne” all’interno di una lista di luoghi meritevoli di tutela che la Unwto ha intenzione di stilare.

Garavaglia: la sostenibilità è arrivata per restare

Per Garavaglia la spinta alla salvaguardia ambientale “non è una moda, ma un dato di fatto a cui tutti gli operatori devono dare risposte”. Turismo sostenibile per Garavaglia vuol dire “far vivere il patrimonio turistico della nazione tutto, non solo i grandi attrattori che sono già conosciuti. Per carità, più gente viene più siamo contenti: magari non tutti insieme, non tutti lo stesso giorno. Però abbiamo la fortuna di poter distribuire meglio questi flussi turistici, l’enoturismo su questo è una grande occasione”. Ma serve organizzazione perché con “quasi 700.000 ettari di vigneti, più di 300.000 aziende” in tutta Italia, è “un mondo molto complicato”.

Il ruolo dell’Enit: innovare mantenendo l’autenticità

Un mondo che la presidente dell’Agenzia nazionale del turismo (Enit) Roberta Garibaldi vuole sostenere in modo strutturato tramite un nuovo “documento strategico che stiamo chiudendo” su incarico del ministero del Turismo e delle Politiche agricole e che sarà pronto tra pochi mesi. Il testo si focalizzerà su quattro pilastri: preservare, innovare mantenendo l’autenticità, fare networking e costruire governance, migliorare la promozione. “Ovviamente la sostenibilità riguarda tutti questi elementi”, ha aggiunto Garibaldi. Il documento farà da corollario a un piano strategico su cui il ministero del Turismo ha messo 30 milioni di fondi a cui se ne sommano altri 30 messi dalle Regioni, che partecipano alla scrittura del documento dialogando con Enit.

Petrini: sostenibilità è rendere felici i territori

Sempre sulla sostenibilità si è concentrato l’intervento del fondatore di Slowfood Carlin Petrini, che ha strigliato la platea affermando, appena salito sul palco: “Il turismo non è solo una cosa positiva. Il turismo ha anche un impatto, dei problemi”. E ha evidenziato: “Chi fa turismo deve operare perché gli abitanti dei territori siano felici. Se non si capisce questo e ci si schiaccia sui benefici dei turisti non capisce cos’è il turismo. Il patrimonio turistico c’è se la popolazione vive bene, e da questo punto di vista diventa sostenibile un turismo che sa governare il proprio limite. La crescita è positivissima, ma a un certo punto bisogna governare il limite”, ha aggiunto Petrini, che ha invocato, tra gli applausi della platea: “Noi dobbiamo monitorare la qualità del turismo”.

Agenzia DIRE   www.dire.it