Si dice che copiare sia la più grande forma di adulazione.
Ma nell’ambito musicale si chiama “plagio”.
Questo avviene quando un autore fa passare per propria un’opera o parte di essa.
Per parlare di plagio bastano quattro oppure otto battute uguali ma nel nostro Paese, a livello legislativo, le cose non sono poi così chiare.
La giurisprudenza infatti afferma che quando vi è solo una parziale assonanza tra due brani non è possibile parlare di plagio.
Vista la delicatezza (e confusione) della materia, in caso di denuncia per plagio il Giudice nomina un Consulente Tecnico d’Ufficio che sarà incaricato di fare i dovuti accertamenti, stabilendo poi eventuali sanzioni.
Tra i casi che hanno fatto discutere c’è “I Giardini di Marzo” (1972) di Lucio Battisti che richiama il brano “Mister Soul” che Neil Young scrisse nel 1967; e “Laura non c’è” di Nek, che è datata 1997, ma che richiama “Più ci penso” di Gianni Bella del 1974.
Si parla pure di un presunto plagio di Mozart circa una parte del suo Requiem a discapito del musicista Pasquale Anfossi.
Come dire: nessuno è perfetto o perfettamente “originale”!