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Focus CBD: Intervista a Mattia Cusani, Ass.Canapa Sativa, tra norme, opportunità e informazione.

Se dico Canapa a cosa pensate subito? Io penso al tessile, ai miei pantaloni beige di canapa, estivi, firmati.. e voi?Alla pianta, alla carta o all’olio o al fumo? Mattia Cusani Rappresentante istituzionale e Consigliere direttivo Associazione Canapa Sativa Italia, secondo me pensa alla CANAPA SATIVA, abbiamo scambiato due parole con lui per capirne di più e chiudere il cerchio sul Focus Cbd.

Cenni di storia della canapa e relative modifiche disciplinate nel tempo? Prove tangibili in merito all’utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico, testimoniate dal ritrovamento di alcuni semi fossilizzati in una grotta nella non lontano da qui, in Romania.

La cannabis fornisce da millenni un’ottima fibra tessile, e l’Italia era tra i maggiori produttori di canapa industriale fino agli inizi del 900.E’ importante dire che la fibra di canapa è stata per centinaia di anni la materia prima per la produzione di carta, ma dalla metà del Novecento, con l’avvento del proibizionismo, negli Stati Uniti l’uso delle fibre della canapa è notevolmente ridotto. Anche in Italia si è interrotta la coltivazione e la lavorazione per un lungo periodo per poi riprendere grazie ad una circolare europea del 1999 .

La ricerca farmaceutica ha fatto i suoi passi sviluppando un farmaco a base di CBD. La normativa decisamente restrittiva sulla vendita di prodotti che contenessero anche un derivato dal fiore della pianta ha penalizzato la vendita e l’uso, l’azienda ha investito tempo e denaro, per mettere a punto una strategia affinché il suo prodotto potesse essere classificato come farmaco mutuabile pagato dai vari stati.

Il CBD non ha alcun rischio di abuso, non è uno stupefacente e non genera dipendenza. La Francia ha tentato di bloccare la libera circolazione in Europa e in Italia abbiamo assistito a diversi tentativi di bloccare lo sviluppo di questo settore. Nel 2021 il Ministro Speranza emana un decreto per limitare l’uso, la vendita, ma lo ritirerà subito prima dell’entrata in vigore, grazie ad opposizioni anche da parte della nostra *associazione*, l’anno successivo una nuova legge inserisce sulle officinali una norma che esclude la possibilità di utilizzare l’intera pianta di canapa a fini officinali e quindi ad uso umano. Di nuovo la canapa rischia di essere assoggettata al comparto industriale non stupefacente e alla legge sugli stupefacenti.

Un ricorso al Tar decreta la nostra ragione.Ed infine la scorsa estate il Ministro della Salute Schillaci (FDI) emana nuovamente il decreto sulle composizioni orali contenenti CBD. Questa volta Schillaci non lo sospende nonostante le proteste da tutti i fronti. A noi piace chiamarlo il “Decreto Speranza-Schillaci”.

Allo stato attuale, quale è la situazione? A seguito del decreto sul CBD gli operatori del settore hanno impugnato il decreto Schillaci e sono arrivati vari ricorsi al TAR che dichiarano di sospendere immediatamente il decreto per il danno palese che rischiava di arrecare.

Al momento il CBD viene venduto liberamente e attendiamo gli sviluppi delle udienze al TAR che si terranno a inizio 2024.

Differenze normative tra infiorescenze e olio o derivati? La legge 242/2016 prevede la promozione della coltivazione e trasformazione della canapa per varie destinazioni d’uso tra cui alimenti, cosmetici, fino a florovivaismo. I derivati della canapa sono ben normati per alcune destinazioni d’uso come quella cosmetica, ma è evidente che la pianta esprima le maggiori capacità benefiche in prodotti come integratori, tisane e derivati a uso umano a spettro completo.

L’olio di semi di canapa, ottenuto dalla spremitura dei semi, la farina e tutti i derivati che si possono ottenere dai semi sono ben normati e non presentano problemi. L’olio di semi di canapa è normato a uso alimentare e cosmetico ed è liberamente vendibile, ricco di Omega 3 e Vitamine antiossidanti oltre che privi di effetti psicotropi, rimanendo sotto dei limiti previsti dal regolamento europeo sugli alimenti, specificatamente previsti per questi prodotti.

L’olio di semi di canapa non è da confondersi con il cosiddetto olio CBD che invece è olio in cui viene addizionato l’estratto prodotto dai fiori di canapa.

C’è confusione, poca informazione e consapevolezza, è giusto dare le informazioni corrette, sia sulla vendita che sull’utilizzo.  Le infiorescenze e gli estratti di canapa per esempio, che contengono solo tracce di thc non si possono a oggi ancora commercializzare a uso umano e la confusione che si può fare tra fiori di canapa non stupefacente e fiori di cannabis con thc è un ulteriore aspetto che aumenta la complessità e che rende più difficile normare i fiori e i loro derivati.

Alcuni prodotti contenenti fiori potrebbero diventare normali alimenti grazie alla legge europea che esclude le tisane dalla classificazione dei novel foods e quindi ne consente la libera vendita. Lo stesso vale per i cosmetici, l’interesse non è soltanto legato a olio e semi, ma a tutta la pianta quindi anche al fiore e ai cannabinoidi.

Azioni che l’associazione sta o vuole intraprendere? L’Italia è stata pioniera con il fiore di canapa dopo la legge 242/2016, sarebbe un peccato non comprenderne le potenzialità del prodotto dell’agricoltura e delle varie opportunità legate all ‘imprenditorialità giovanile. La nostra azienda in 7 anni dalla normativa ha sviluppato un notevole know-how, molte aziende si sostengono grazie all’export e che oggi dà lavoro a circa 15.000 persone. Nonostante ahimè gli innumerevoli tentativi di limitare il settore con decreti e con operazioni a tappeto e inadeguati nei confronti di coltivatori e commercianti di canapa. Queste azioni hanno anche un costo per gli operatori e l’associazione si è adoperata per trovare un’assicurazione che consentisse ai propri associati di recuperare tutte le spese legali dovute a procedimenti da cui si è assolti o archiviati.

Ci tengo a dire che le azioni legali e gli studi scientifici ed economici per il dialogo con le istituzioni sono finanziati sia dalle quote associative, sia in questo caso da una raccolta fondi lanciata dagli operatori del settore a metà settembre.

La mission dell’associazione è in primis il dialogo con le istituzioni, supportato da ricerche scientifiche e studi economici; in secondo luogo la regolamentazione dei prodotti, sia la parità di trattamento in funzione dei consumatori. Il sistema economico può e deve modificarsi come le onde del mare per mitigare le coste e splendere al riflesso della luna, quindi valorizzando la produzione e le aziende italiane.

Riteniamo che la canapa non debba essere vista e trattata come fosse tabacco: non perché non si possa anche fumare, ma perché è solo uno dei tanti usi, una trasformazione del prodotto, che può in questo caso comprendere la vaporizzazione e non la combustione.

 

Noi come associazione e le persone che ci lavorano, quelle che ci supportano, noi, pensiamo si debba seguire un modello informativo, comunicativo, commerciale diverso, come quello dell’alcol, che possa contemplare le molteplicità di questo prodotto. Siano questi prodotti da inalazione, sia vollutari che funzionali, per intenderci integratori, cosmetici, di autoproduzione di sapone.

Ci vuole una normativa chiara, definita, per  garantire gli investimenti e collocare anche a livello internazionale il prodotto e l’esperienza, le competenze sviluppate in questi anni, anche grazie al nostro clima.

Profilo associati e loro richieste tramite l’associazione? I soci di canapa sativa Italia sono più di 230 aziende tra coltivatori, trasformatori, laboratori d’analisi, distributori, commercianti, professionisti e scienziati. Grandi aziende strutturate  e  piccole aziende artigianali. Molti, moltissimi i giovani che hanno deciso di avviare un’impresa agricola, terriera. Stiamo generando nuova economia, con nuove professioni normative e tanta motivazione!

Centinaia di persone meravigliose, professioni di altri settori e giovani imprenditori, imprenditrici che meritano di più, sostegno, riconoscimento, normative e agevolazioni. La canapa crea fino a 20mila € ad ettaro di valore produttivo, può offrire un nuovo reddito all’oltre milione di aziende agricole di piccole dimensioni che abbiamo in Italia.

Dialogo con le istituzioni? Canapa Sativa fa parte del tavolo tecnico di filiera della canapa industriale al Ministero dell’agricoltura, che sta sviluppando un piano di settore, questo ci permette anche di mantenere e creare altri contatti con soggetti politici per diffondere la conoscenza, fornire le giuste informazioni annullare la confusione della canapa con prodotti che possono avere effetti stupefacenti, evitare di assoggettatare al monopolio del fumo.

Commercio e regole? CSI è autoregolamentata, i prodotti sono completi di etichette con le indicazioni sulla produzione, commercializzazione, essiccazione, sui contratti. E’ giusto che i nostri associati abbiano le informazioni necessarie a condurre la loro attività con sicurezza e consapevolezza.

Non escludiamo che in futuro non lontano si possa ottenere un sistema di certificazione di qualità. Le regole che vorremmo sono quelle che consentano una costante e energica concorrenza sulla qualità.

Uno sguardo ai modelli esteri? (europei) Il sistema industriale è acerbo, manca a nostro parere una giusta regolamentazione. Anche nei luoghi dove è stata totalmente regolamentata la pianta, la canapa non ottiene il giusto posizionamento, la corretta valorizzazione.Il mercato della canapa nel suo complesso è un mercato di benessere salutare, fatto di storia e contatto con le radici del nostro territorio, unico nel suo genere, dalle molteplici caratteristiche intrinseche. Insomma un valore aggiunto che può consentire nuovi e meravigliosi simboli della qualità e delle incredibili capacità italiane, sia in termini naturali che intellettuali.

Pregiudizi e considerazioni? Noti i pregiudizi e le considerazioni, luoghi comuni specie in ambito politico elettorale, per ottenere voti, senza una struttura scientifica certa. Altri luoghi comuni di chi non sa di cosa stiamo parlando. Per questo è importante avere un metodo scientifico, empirico che ci consenta di lavorare in maniera seria e senza ideologie, seguendo i pareri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e facendo lavorare i veri professionisti.

**ASSOCIAZIONE CANAPA SATIVA ITALIA** L’associazione Canapa Sativa Italia rappresenta una rete di professionisti e ricercatori che si estende su tutto il territorio nazionale. Dalla coltivazione alla distribuzione, la trasformazione e l’analisi, CSI unisce una pluralità di operatori con un unico obiettivo: lo sviluppo e la valorizzazione della canapa italiana. Nata come gruppo informale nel 2014 sulle piattaforme social, si è costituita nel 2018 e oggi è associazione professionale di categoria con forza rappresentativa di tutti i comparti del settore. CSI siede al tavolo di filiera presso il MIPAAF (ministero dell’agricoltura, oggi MASAF) rappresentando la voce di tutti coloro che operano nel mondo della canapa.

Promuove attivamente la ricerca di nuove varietà di canapa e l’innovazione nell’uso dei suoi derivati, valorizza i prodotti italiani e stimola la creazione di infrastrutture per la lavorazione e trasformazione. Veniteci a trovare alla fiera di settore canapa mundi 16-17-18  febbraio a Roma. x

ASSOCIAZIONE CANAPA SATIVA ITALIA

Associazione di Operatori della Filiera della Canapa Sativa

www.canapasativaitalia.org

tel: (39) 06 62284120 – fax: (39) 06 62202048 –
Cel/Whatsapp: (39) 350 0882689
Circonvallazione Clodia, 163-167
00195 Roma, Italia

Questo è un servizio di informazione comparativo, nessuno vuole promozionare o incentivare qualsiasi argomentazione che incida negativamente sulla salute dell’ individuo. E’ rivolta alle persone che già sono abitualmente consumatori di tabacchi e loro affini. Riteniamo sia un argomento in evoluzione e per questo di interessa per i lettori, e che abbiano tutte le informazioni per scegliere.